Sanremo, Annalisa duetterà con Emma: da Amici all'Ariston
Per tutti lei è Nali. O almeno, per chi la segue dal tempo di Amici. Annalisa Scarrone, ventisettenne savonese come Fazio, è in gara tra i big, per diritto di vendite, visto che i suoi dischi viaggiano a gonfie vele e in Italia hanno più successo di Lady Gaga.
In questi giorni di riviera, se le chiedevi quale fosse la parole d’ordine, la risposta era «impazienza». Non vedeva l’ora di piantare i tacchi sulle tavole dell’Ariston, anche per riprendere un po’ di fiato e concentrazione, in tutto questo caos, che un po’ subisce, essendo piuttosto schiva. «Sono andata a vedere il mare d’inverno per stemperare la tensione» racconta.
Ieri fra le due canzoni, è passata la swingante Scintille «quella a cui tenevo di più, per questione cronologica. E’ stata la prima a nascere». Il suo rinforzo domani, serata-duetti su canzoni sanremesi storiche, sarà Emma, collega e amica di vita e di trasmissione. Due caratteri opposti. L’una riservata e delicata, l’altra espansiva e grintosa. «Emma è la persona giusta al posto giusto. Ho totale fiducia in lei e questo mi rilassa. E’ forte della vittoria dello scorso anno, è trascinante».
Da lontano Emma la allena, le manda sms tipo «Ricordati di sorridere sempre». Sorge il dubbio che, a forza di chiamarsi gli uni con gli altri, gli Amici, non si confrontino abbastanza con il resto del mondo, si accomodino in una situazione protetta (la scorsa edizione Emma scelse Alessandra Amoroso). Dice Nali «Conta certamente il fatto che tra noi ci sia fiducia totale, ma Emma è davvero la voce che serviva per montare Per Elisa di Alice: una canzone così complessa che per rifarla ce ne vogliono due di voci. Ci siamo avvicinate dandole un’impronta più rock e moderna».
Oggi esce il suo terzo disco, Non so ballare, che contiene un brano sul femminicidio intitolato Spara Amore Mio: «E’ un testo leggero su un tema pesante. Spesso le donne sono “complici” involontarie della violenza che subiscono, poiché coinvolte e spaventate dall'idea della fine, di rimanere sole. Pur di non perdere "l'amore", sono disposte ad accettare l'inaccettabile, e non distinguono più fra il bene e il male. In realtà parlo di piccole ma logoranti violenze quotidiane, delle quali purtroppo siamo vittime tutte. O quasi».
La sua presenza qui all’Ariston, che considera già di per sé una vittoria, la dedica alla sua famiglia. E in particolare un pensiero va ai suoi nonni, quelli ultranovantenni che la guarderanno in tv e quelli che non ci sono più. «Sono cresciuta a Carcare, nell’entroterra ligure. Un paese grande quanto la fabbrica vicina in cui si lavorava. I miei nonni, tutti e quattro, lì producevano le pellicole per Cinecittà. E adesso troveranno me dentro al piccolo schermo».
Simona Orlando
Articolo tratto da http://www.ilmessaggero.it