Recensione del concerto al Teatro Nazionale di Milano il 17 maggio
Per arrivare dove si vuole a volte serve solo un po' di tempo. «Se avessi un cuore» di Annalisa, album in uscita il 20 maggio, arriva in anteprima sul palco del Teatro Nazionale di Milano e noi non potevamo mancare. Nella nostra intervista pubblicata in anteprima, ci siamo resi conto che sul volto dell'artista di «Amici» brilla una luce nuova, una luce che ha il colore di una maggiore autonomia e l'intensità del coraggio.
Il coraggio di mostrare se stessa nel momento in cui, finalmente, ti ritrovi. Lo si nota dal desiderio di lavorare con produzioni davvero contemporanee, con un atteggiamento diverso, quello che ci si aspetta da una ragazza di 30 anni. In quasi due ore di concerto, il suo repertorio di canzoni più o meno note, assumono una veste più cruda, più attaccata alle strumentazioni, meno "italiana", più internazionale e peraltro più vicina al mondo musicale originario dell'artista.
Dopo la partecipazione a Sanremo con "Il diluvio universale", un brano stranamente strutturato che pone il fuoco sulle capacità interpretative (più che vocali) di Annalisa, è arrivato il brano «Se avessi un cuore». Quel passo è apparso come un salto verso qualcosa di nuovo che i fan, soprattutto quelli della prima ora, aspettavano da tempo.
All'ordine bon-ton si oppone un disordine creativo, alla linea stabile delle certezze melodiche del suo recente passato, si oppone un atteggiamento tanto leggero nel sound quanto intenso nell'interpretazione. Se nel tour di "Splende" aveva già chiarito dove può arrivare con la sua voce e la sua forza sul palco, qui trova una veste comodissima nella quale si sente bella.
Si vede da come si muove sul palco, da come ondeggia la coda alta al ritmo della musica, come si comporta di fronte a un campionatore e un distorsore vocale che usa lei stessa. Lo si vede anche dalle parole che rivolge al suo pubblico portando un messaggio di piccola rivoluzione: quella del cuore che lavora con il cervello assieme, quella dell'istinto che non è il volante di tutto. Annalisa non è più solo "il talento di Amici", ma un nome della musica con un'identità palpabile che trova oggi il suo filo logico e la sua prima maturità.
Non ho mai visto Annalisa così forte, così sicura di se stessa. Le sue canzoni del passato, anche quelle più discostate dalle sue attuali sonorità acquisiscono una pelle nuova, con arrangiamenti pensati ad hoc per rispettare quello che sarà oggi e che sarà in futuro. Nelle parole del concerto, spiega più volte il valore degli errori, il peso delle parole, la considerazione che bisogna dare a chi ci circonda, il valore della diversità. Qualcosa dentro di lei ribolle e il pubblico si scalda grazie a lei.
A inizio concerto, tanti palloncini a forma di cuore sono stati distribuiti al pubblico. Fin dalle prime battute della lunga scaletta, quel cuore ha cominciato a vibrare. Questo evento, perfettamente normale per delle normali leggi fisiche, è un po' una metafora di questo concerto. Se negli anni Annalisa ha conquistato il cuore di una fetta di pubblico che ha ritrovato in lei le potenzialità per discostarsi dalla media dei "cantanti da talent", oggi lo abbraccia con le sue nuove consapevolezze. Annalisa ha cominciato (anzi, ha ricominciato) a vibrare. E il pubblico se non se n'è già accorto, se ne accorgerà.
La scaletta
Con una stella, sono segnalate le interpretazioni più interessanti del concerto
Il diluvio universale
Inatteso ★
Splende
Senza riserva ★
Alice e il blu
Coltiverò l'amore
Ti sento ★
Le coincidenze ★
Diamante lei e luce lui
A cuore spento ★
Sento solo il presente
Tra due minuti è primavera
Brividi ★
Leggerissima
Solo
Tutta l'altra gente / Posizione Fetale /
L'ultimo Addio / La prima volta / Scintille (Medley) ★
Potrei abituarmi a te ★
Vincerò ★
Uno
Noi siamo un'isola ★
Se avessi un cuore ★
Una finestra tra le stelle
Alessandro Alicandri
Articolo tratto da http://www.sorrisi.com